Tutti a terra. NoFlyZone.org è arrivato.
Chi vola con droni multirotore o semplicemente ne è appassionato, avrà notato che nei vari forum specialistici di tutto il mondo ci si interroga su questo nuovo database online dove chiunque può inserire la propria abitazione come no fly zone: NoFlyZone.org , semplicemente inserendo il proprio indirizzo.
Il sito si impegna poi a fornire l’accesso al database a tutti i produttori di multirotori, inserendo così la blacklist nei firmware di tutti i droni.
Iniziativa lesiva per il mercato, e totalmente inutile da un punto di vista giuridico, in quanto la proprietà privata non si estende mai al cielo.
Questo genere di siti aggiunge paranoia a un mercato già schiacciato da normative impossibili, se si fomenta ancora l’opinione pubblica invitando i cittadini a proteggere la propria privacy, presto vedremo gente coi fucili a tirar giù phantom rivendicando la proprietà privata. Ricordiamoci che tutto quello che sta per aria è competenza ENAC.
La trovo inutile anche perché in Italia vige già il divieto di sorvolo di aree congestionate a non meno di 150m, per tutte le operazioni specializzate non critiche. In zone rurali le cose cambiano, ma rimane pur sempre il reato di violazione della privacy che sicuramente si andrebbe a configurare nel momento in cui un drone con telecamera vi spierà in casa dalla finestra sul giardino. Questo a prescindere dai regolamenti ENAC o dalla no fly zone.
Concludo sottolineando che personalmente non andrei a fornire i miei dati personali e il mio indirizzo di casa a un sito non governativo registrato da privati a scopo di lucro.
Buon volo!
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